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al testo proposto da Marina Pacifici
Una musica costante
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Guardavi il lago quella mattina d’inverno e i tuoi pensieri sincroni ai miei li accarezzai a distanza nel vento.
Colsi la tenerezza dei tuoi occhi quel giorno e la nostalgia biancheggiava fra le onde all’orizzonte attendendo le rondini ed il loro ritorno.
Lo sguardo tuo assorto e profondo seguiva il fremito d’ali dei gabbiani e ponti di luce e speranza protesi verso il futuro erano le tue belle mani.
Scrutavi il lago con la malinconia di un re in esilio quel mattino. Nella rosa d’inverno delle nostre tenere ore ti fui vicino
e in un empito crescente d’emozione fosti per me una musica costante, la voce senza fine dell’amore.
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Domenico Morana
- 09/12/2013 21:02:00
[ leggi altri commenti di Domenico Morana » ]
Ci mancava un santone similindù stilnovista! Per favore Marina, le tue belle poesie sono una banderuola che gira al vento del lutto attorno a un chiodo fisso. Se Lui vuole vivere (e lo può) ancora in te e con te, fallo volare, donagli la tua libertà d’essere invece d’inchiodarlo ai ricordi. Perdonami, perdonami, sono un cafone. E mi perdoni anche Sua Guruità… Ma non è giusto, non è giusto!
Perdono, a questora ho già bevuto il primo scotch & soda della serata :)))
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vaibhava das
- 09/12/2013 20:11:00
[ leggi altri commenti di vaibhava das » ]
"La Presenza reale" è un Concetto di sacramento. In detto caso, il Luogo unto di tale crisma diventa il Lago, nel Quale il Centro della vita Si presenta beatificando, come fa la Realtà stata da sempre. LAstro polare boreale e fisso è il Nutrimento della stella che Lo adora, come ora che orbiti intorno aL Tempo eterno, Motivo di lei. Coloro che servono la Musica costante, venerandola in sé, riconducono ad essa ciascun fedele. Appreso ciò mediante Beatrice, Dante entrò nellEmpireo deL Re dei pensieri, il Principe primevo.
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